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Il Cinquantesimo giorno

In Italia non è un giorno festivo, non sono previste ferie scolastiche eppure si tratta di una delle principali ricorrenze religiose in tutto il mondo cristiano e non solo.


Esattamente cinquanta giorni dopo la Pasqua, il 28 maggio si celebra la Pentecoste. È una ricorrenza che ha origine dalla tradizione ebraica: per le prime tribù ebraiche era la “festa della mietitura e dei primi frutti” e aveva lo scopo di ringraziare Dio per i doni della terra. Successivamente, venne arricchita anche con il ricordo solenne del dono a Mosè delle Tavole della Legge (i Dieci Comadamenti) sul Monte Sinai.


Con l’avvento del Cristianesimo, la festività perse i connotati originari e diventò la celebrazione della discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo.



In alcuni luoghi in Italia è una ricorrenza molto sentita che viene celebrata con pioggia di petali di rose fatta cadere sui fedeli. A Roma, per esempio, è possibile assistere a questa suggestiva tradizione presso il Pantheon, dove migliaia di petali di rose rosse vengono fatti cadere dall’Oculus, l’apertura alla sommità della cupola.


A differenza dell’Italia, in altri paesi la Pentecoste viene celebrata di domenica ma prosegue anche il giorno successivo. Il lunedì di Pentecoste è un giorno festivo nazionale nei paesi dell’Europa occidentale come Francia, Germania, Austria, Spagna, Svizzera, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Lussemburgo.


In generale, oltre alla celebrazione liturgica e alle processioni religiose, vengono organizzati ovunque eventi culturali, concerti, mostre e spettacoli teatrali, ma anche feste popolari all’aperto che comprendono giostre, bancarelle, cibo e divertimento.


In Germania tra le diverse tradizioni popolari segnaliamo il “Pfingstochsenrennen”, una gara di buoi adornati con fiori e ghirlande che vengono fatti correre mentre la gente li incita.


In Austria, durante il tradizionale Pfingstlümmeli giovani uomini si vestono con abiti stravaganti e maschere, visitano le case delle persone del loro villaggio e recitano poesie o canti in cambio di doni o cibo. Un modo per scacciare gli spiriti maligni e portare fortuna per l’anno a venire.


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